Scozia on the road: un viaggio tra erba, castelli e silenzi profondi
Era il 15 maggio 2024 quando siamo partiti da Bologna, con quell’emozione elettrica che solo i viaggi veri sanno accendere. Arrivati a Edimburgo alle 16:52, non avevamo tempo da perdere: ci attendeva la nostra compagna di avventure, una Peugeot 3008 GT con cambio automatico e guida a destra – una sfida già di per sé. Dopo una corsa degna di un pit stop in Formula 1, recuperiamo l’auto e ci lanciamo verso la prima tappa: Stirling.
Lì arriviamo verso le 19:00, accolti dal King Robert Hotel. Giusto il tempo di scaricare le valigie in camera, e siamo subito fuori a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Poi una passeggiata. L’aria è frizzante, umida, e ci colpisce un dettaglio tanto semplice quanto dimenticato: il profumo dell’erba. Verde, intensa, di campagna vera. Un odore quasi sconosciuto a chi vive nella città di Modena. Sembra che la Scozia voglia subito lasciarci un assaggio della sua anima.
Il giorno dopo è dedicato a Stirling: il castello ci racconta storie di battaglie e orgoglio, il centro del paese è una carezza lenta, il cimitero monumentale un luogo di silenzio che commuove. Rientriamo in hotel, ceniamo, e ci prepariamo per la prossima avventura.
La mattina seguente si parte per Inverness, con soste improvvisate qua e là: ogni curva una cartolina, ogni sosta un respiro profondo. Appena arrivati, puntiamo al leggendario Loch Ness, dove ci perdiamo in riflessi d’acqua e leggende antiche. Pranziamo in un pub che sa di Scozia vera, e poi torniamo in città per un giro tra il Victorian Market, il Ness Bridge, la St Mary’s Church e la cattedrale. Dormiamo in una casa affittata, con la sensazione di essere ospiti di un luogo che ci accoglie in silenzio.
Il giorno dopo, visitiamo le rovine del castello di Urquhart, affacciato sul lago: la vista è così potente che ci lascia fermi, in contemplazione. Scattiamo foto, spediamo cartoline come si faceva un tempo. Poi via verso Uig, passando per Loch Cluanie, il romantico Eilean Donan Castle, lo Skye Bridge e il magico Sligachan Old Bridge. Arriviamo a Uig col sole che cala, e ci sediamo a gustare una zuppa di pesce da applauso, una birra artigianale e un bicchiere di Talisker che profuma di torba e vento.
Il giorno seguente ci mettiamo in marcia lungo la scenografica Quiraing Road. Raggiungiamo il Quiraing Peak, poi giù verso le Kilt Rock Falls, a strapiombo sul mare. Nel pomeriggio ci rimettiamo in cammino verso Morar, dove arriviamo stanchi ma felici, e ci sistemiamo al Morar Hotel per la notte.
La tappa successiva è Glenfinnan, luogo magico per chi ama Harry Potter: il famoso viadotto ci appare tra le nebbie come un ponte tra mondi. Poi Loch Eil e Fort William, dove la Scozia si mostra più viva e sportiva. Rientriamo a Morar passando tra boschi e laghi da fiaba.
Il giorno dopo puntiamo di nuovo verso Edimburgo, ma scegliamo un percorso diverso e altrettanto spettacolare: passiamo dalle Tre Sorelle di Glencoe, dal Ben More, dal Loch Ean e dal tranquillo Loch Lubain. Una volta giunti a destinazione, lasciamo l’auto e, dopo aver sistemato le valigie e la suocera in un grazioso B&B, riconsegniamo la Peugeot. Ci muoviamo poi in autobus a due piani, uno di quelli rossi che sembrano usciti da una cartolina.
Edimburgo ci accoglie con pioggia, per la prima volta in dieci giorni. Era quasi strano non averla vista prima. Il cielo grigio sembra volerci accompagnare nella visita al museo e al castello – solo da fuori, purtroppo, causa restauro. Ma sotto la pioggia, tutto sembra ancora più autentico. Una Scozia malinconica e bellissima, che ci invita al rientro.
Facciamo le valigie. Il volo ci riporta a Bologna, e da lì a Modena, con le scarpe ancora sporche di sentieri, gli occhi pieni di verde e l’anima leggera come solo un viaggio sa lasciarti.