Ritorno all’Aquila e all’Abruzzo

Dopo giorni intensi e meravigliosi passati a esplorare la Basilicata in camper, abbiamo cominciato la risalita verso casa, scegliendo l’Abruzzo come cornice finale del nostro viaggio. Terra forte e gentile, come recita il detto, capace di sorprenderti ogni volta con la sua bellezza sincera e il legame profondo con la memoria.

La prima tappa è stata L’Aquila. Abbiamo pernottato in camper proprio sotto la grande Fortezza Spagnola, sentendoci piccoli davanti a quella mole di pietra che veglia silenziosa sulla città da secoli. L’Aquila è un posto che amo: ci sono tornato tante volte, prima con i miei figli in vacanza, poi da solo, quando frequentai il corso di specializzazione al centro di formazione Kong. Ricordo ancora l’adrenalina e l’emozione di lavorare in sicurezza su edifici storici e iconici, immerso tra i tetti e le impalcature, con la città che respirava attorno.

Il giorno dopo siamo scesi verso Navelli, un borgo che sembra sospeso nel tempo, con le sue case in pietra, i portali scolpiti e le vie strette dove ogni passo sembra risuonare come in un eco antico. Era l’ora giusta per acquistare il celebre zafferano: pregiato, profumatissimo, raccolto con gesti lenti e sapienti, uno dei tesori più autentici dell’Abruzzo. Passeggiando tra i vicoli, abbiamo respirato un’aria calma, da luogo che custodisce la sua identità con orgoglio e riserbo.

Il giorno successivo abbiamo fatto tappa a Civitaretenga, per osservare da vicino lo stato della ricostruzione post-terremoto. Un luogo segnato, certo, ma anche profondamente resiliente. Le ferite sono ancora visibili, ma c’è una forza viva, una determinazione silenziosa che si percepisce nelle persone e nei cantieri, nei fiori ai balconi, nelle piccole botteghe che resistono.

Poi la salita verso Bominaco, su strade strette tra boschi e cielo limpido, fino al mini trekking che ci ha portati al castello: panorami mozzafiato e silenzi carichi di storia. Ma il vero gioiello, per me, resta l’Oratorio di San Pellegrino. Un luogo incredibile, quasi nascosto, dove si entra e si resta senza parole: le pareti sono interamente affrescate, un’esplosione di colori medievali perfettamente conservati. Scene della vita di Cristo, santi, storie, volti, simboli: tutto in uno spazio raccolto, vibrante di spiritualità e arte. Un “piccolo Giotto d’Abruzzo”, così viene chiamato, e a ragione.

Abbiamo concluso la giornata con la visita alla Chiesa di Santa Maria Assunta, maestosa, semplice e solenne, che domina il paesaggio con grazia e forza.

Questo tratto finale del nostro viaggio è stato un abbraccio lento e profondo, un modo perfetto per salutare l’estate, la strada e le mille emozioni che solo un viaggio in camper tra fatica, stupore e libertà sa regalare.

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