
Il 17 agosto 2024, io e mia moglie abbiamo visitato Craco, il borgo fantasma della Basilicata, un luogo sospeso tra la pietra e il cielo, carico di storia e silenzio. Era una giornata calda, il sole picchiava forte sulle rovine, e il vento sembrava voler raccontare ciò che rimaneva delle vite passate.
Craco è celebre non solo per il suo fascino decadente, ma anche perché fu la location del film Cristo si è fermato a Eboli, un’opera che ha saputo cogliere l’anima profonda e austera del sud d’Italia.
Da soli pochi mesi è possibile visitarla accompagnati da guide specializzate, dopo anni di chiusura per motivi di sicurezza dovuti al rischio di frane e crolli. Camminare tra quelle case sventrate, tra archi spezzati e muri fessurati, è stato come entrare in un sogno antico, interrotto ma ancora vivo.
Con mia moglie al fianco, in silenzio, abbiamo ascoltato le storie del luogo narrate dalla guida con rispetto e passione. Ogni passo tra quelle vie abbandonate era un tuffo nel tempo, in un’Italia rurale e autentica, oggi muta ma incredibilmente presente. Un’esperienza toccante, che lascia dentro qualcosa di indefinibile — un misto di bellezza, malinconia e meraviglia.